Trilussa, bio del poeta romano Carlo Alberto Salustri, nel post a cura di Fashionaut
La letteratura italiana del Novecento si compone di straordinarie opere in versi e prosa, composte da personaggi altrettanto straordinari che vale la pena conoscere. Uno di questi è Carlo Alberto Salustri, in arte Trilussa, noto scrittore, poeta e giornalista romano, divenuto celebre per le sue poesie dallo stile ironico, a volte pungente, sempre capace di offrire al lettore uno spaccato della Roma della sua epoca.
Come tanti altri geni, anche Trilussa incontrò non poche difficoltà a scuola: si pensi che fu costretto a ripetere la seconda e la terza elementare, e più tardi abbandonò poi la scuola dell’obbligo, durante gli anni dell’adolescenza. Da non dimenticare che Carlo Alberto conobbe in tenera età il dolore del lutto familiare: perse presto sua sorella maggiore e suo padre, figura che egli riteneva di riferimento.
In questo post a cura di Fashionaut dedicato al mondo della Cultura, vogliamo ripercorrere insieme la storia di Carlo Alberto Salustri, in arte Trilussa. Bentornati sul nostro portale!
Trilussa, un poeta libero e anticonformista
La produzione letteraria di Trilussa si colloca a cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, un repertorio di opere e di poesie che ha lasciato un segno importante nella cultura nazionale. Carlo Alberto Salustri – vero nome del poeta e scrittore – nacque a Roma il 26 ottobre del 1871, da padre romano e madre bolognese. Il piccolo Carlo Alberto nel giro di pochi anni perse sua sorella – colpita dalla difterite – e suo padre. Con sua madre ebbe modo di trasferirsi nel palazzo del suo padrino, e nello stesso periodo frequentò la scuola elementare, dove si scontrò con maestre severe e che non comprendevano il suo genio.
Sin dalla più tenera età, Carlo Alberto si dimostrò riluttante alle regole, motivo per cui non fu ammesso alla quarta classe delle elementari, e prima ancora alla terza elementare per aver sbagliato una sottrazione. Nonostante questi primi fallimenti, il giovane ebbe modo di farsi apprezzare, quando ancora era un adolescente, in alcune testate giornalistiche della Capitale.
La sua prima raccolta di sonetti risale al 1889, con la pubblicazione presso Il Rugantino di ‘Stelle de Roma. Versi romaneschi’, una raccolta di poesie scritte appena 18enne e dedicate alle più belle fanciulle romane dell’epoca. I versi sono scritti in madrigale.
Da quel momento la sua fama di poeta specializzato nel vernacolo romanesco si estese in tutta la Capitale, e le sue collaborazioni con i giornali più importanti aumentarono, fino a quando non ebbe modo di entrare nella prestigiosa testata de Il Messaggero.
Il vernacolo romanesco e l’impegno nel teatro
Carlo Alberto Salustri firmava le sue opere con uno pseudonimo molto originale, nonché l’anagramma o l’ordine sparso delle lettere del suo cognome. Egli diventò famoso con il nome di Trilussa, sinonimo di poesia scritta in vernacolo romanesco, rivolta a un lettore desideroso di apprezzare le varianti dialettali regionali e uno spirito sarcastico nel raccontare la società piccolo borghese dell’epoca.
Nelle poesie di Trilussa, oggetti e animali domestici si esprimono come persone, divenendo testimoni delle contraddizioni, nonché degli usi e dei costumi della borghesia capitolina. Trilussa è stato anche un grande commediografo, esperienza che lo ha visto cimentarsi nella composizione de ‘La Vispa Teresa’ per il teatro dei burattini.
Il 1° dicembre 1950, poco prima della sua morte, fu proclamato dall’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi Senatore a vita, con il merito di aver dato un prezioso contributo, con le sue opere, alla cultura e alla letteratura italiana. Da tempo malato, lo stesso poeta commentò ironico la notizia, affermando “Mi hanno nominato senatore a morte”.
Si spegne il 21 dicembre 1950 a Roma e riposa tutt’oggi presso il Cimitero monumentale del Verano, situato nella capitale.