Inauguration day 2017: Melania si traveste da Jackie
Nonostante le critiche di questi giorni sulla nuova first lady americana e il rifiuto da parte di alcuni case di moda del calibro di Tom Ford e Marc Jacobs di vestirla durante le presentazioni ufficiali, ieri Melania Trump si è presentata all’Inauguration Day 2017 del nuovo presidente degli USA sfoggiando un abito targato Ralph Lauren di indubbia bellezza.
Si tratta di un vestito in cashmere che arriva all’altezza delle ginocchia e un bolero a collo alto, entrambi in azzurro polvere e perfettamente coordinati con guanti in suede, stivaletti e borsa. Elegante e sofisticato, ma non riesco proprio definirlo un look originale. Guardo e riguardo il vestito; l’associazione è chiara. Melania Trump ripropone un look già adottato 65 anni fa da una first lady maestra di stile ed eleganza: Jackie Kennedy che indossò un abito molto simile sessantacinque anni fa, esattamente il 20 Gennaio 1961 durante la cerimonia di inaugurazione del marito.
Insomma, Melania Trump non si fa ideatrice nè tantomeno icona di un nuovo stile nella Casa Bianca, più che altro ne utilizza uno ben collaudato nei precedenti anni. Non ci sono dubbi infatti che gli abiti di Oleg Cassini indossati da Jackie Kennedy risultino delle pietre miliari nella storia della moda.
Se invece andiamo a ritroso nel tempo e pensiamo all’Inauguration Day dell’ ormai (ahimè) ex presidente Obama, troviamo invece una Michelle Obama in abito cangiante color oro in coordinato con il cappotto entrambi opere della stilista cubana/ statunitense Isabel Toledo.
Quello che risulta più interessante di Michelle Obama è che non ci troviamo di fronte ad un’ex modella esile dal viso carino che cerca di apparire compita ed aggraziata davanti alle telecamere, ma ad una donna forte, dalla struttura corporale possente che veste in maniera molto femminile e soprattutto usa la moda come potente medium vestendo abiti di stilisti di Cina ed India durante le visite ufficiali in questi Paesi, e soprattutto indossando abiti di stilisti emergenti, garantendo loro un’ampia visibilità. In questo modo è diventata un’ambasciatrice della moda multiculturale e dei giovani talenti e un’icona di eclettismo.
Condivido molto la posizione della giornalista di Forbes (dalla quale ho preso spunto per scrivere questo articolo), Rachelle Bergstein, secondo la quale diventare un’icona richiede molto di più di avere un bel viso e soldi per comprare i vestiti più esclusivi. La first lady, aggiungo io, è molto più di una bellissima statuina vicino al marito presidente. Le apparizioni pubbliche per una donna consapevole del proprio ruolo possono essere vissute secondo un approccio intelligente come un’arena, per comunicare alcuni elementi (Michelle Obama in molte occasioni ha anche indossato abiti semplici, appartenenti al mass-market) e ad incoraggiare stilisti emergenti (come Tadashi Shoji, Bibhu Mohapatra, Tracy Reese e Christian Siriano per citarne alcuni).
Sicuramente Michelle Obama è molto più lontana di Melania Trump al mondo della moda ma non per questo il suo contributo verrà meno ricordato dai fashionisti, perchè a mio avviso è riuscita ad unire in maniera sapiente moda e politica, a veicolare mediante la moda fattori decisivi che non si soffermano alla mera squisitezza estetica, impegno che tra l’altro viene richiesto ad una first lady.
Per questo considero Michelle Obama un’icona politica della moda e spero che Melania Trump pur seguendo le orme di classe ed eleganza di Jacky Kennedy, riesca a trovare un suo stile più personale ed autentico.