Piatti tipici romani: la top 10 di Fashionaut!
Archiviate le settimane della moda di cui vi abbiamo ampiamente parlato, è tempo di rilassarsi, dimenticare passerelle e mise perfette per lasciare spazio ad uno dei piaceri della vita: la buona cucina! E’ per questo che da buona romana doc, in questo post ho deciso di stilare la classifica dei 10 piatti tipici romani che nella vostra visita a Roma non possono proprio mancare.
E allora diamoci dentro con le ricette della cucina tipica romana!
Cominciamo con il quartetto delle meraviglie, quello cioè costituito dai primi piatti romani, che rappresentano i cavalli di battaglia più conosciuti al mondo. Prima di cominciare però un breve e semplicissimo schemino per non cadere nella solita trappola del mischiare tra di loro le ricette senza riuscire ad associare ad ognuna di esse il giusto nome.
The Roman Post ci aiuta a fare chiarezza così:

Fonte: The Roman Post
1. Tonnarelli cacio e pepe
Niente di più semplice, niente di più buono, niente di più genuino. Il piatto tipico della cucina romana ha origini antiche. Questo piatto è davvero all’origine della cultura romana: erano i pastori i più assidui amanti di questo piatto. Pensate che infatti quando si allontanavano da casa, portavano con loro nella bisaccia cacio, pepe e spaghetti essiccati, oggi meglio noti come Tonnarelli, per prepararli anche durante i giorni di duro lavoro nei campi.
In moltissime osterie doc della capitale è usanza servire il piatto portandolo all’interno di una vera forma di cacio svuotata, per poi riempire i piatti degli ospiti solo una volta ammirata l’enorme forma di formaggio. Poesia!
2. Gricia
Basta aggiungere alla ricetta precedente del guanciale e il gioco è fatto. Alcune volte capitava che i pastori portavano nei loro zaini non solo pezzi di pecorino, sacchette di pepe nero e pasta essiccata, ma aggiungevano anche del guanciale e dello strutto. Da qui e con immensa semplicità è nata la Gricia.
Antenata storica della ancor più nota Amatriciana, la quale non è altro che una Gricia alla quale è stato aggiunto del pomodoro.
3. Bucatini all’amatriciana
Innanzitutto, non fatevi mai sentire da un romano mentre pronunciate il sacrilegio più grande che esista al mondo: “spaghetti all’amatriciana” perchè potrebbe vendicarsi veementemente. Si perchè la vera ricetta prevede che si usino solo ed esclusivamente i bucatini o al massimo le mezze maniche.
Importata da Amatrice, è di per se il primo piatto romano ambasciatore di Roma e della romanità nel mondo.
Un consiglio spassionato?
Oltre a non pronunciare impropriamente la parola spaghetti, qualora decideste di cucinare questo piatto, vedetevi bene dall’usare la cipolla o l’aglio oppure una qualsiasi pancetta affumicata. L’amatriciana è un piatto povero che si cucina con il guanciale (quello vero) e senza aglio né cipolla.
4. Carbonara
Se invece di aggiungere alla Gricia il pomodoro, procedete aggiungendo dell’uovo, nasce una succulenta Carbonara.
Lo sapevate che, rispetto agli altri piatti citati, le origini della carbonara sono tutt’altro che chiare?
Si perchè secondo alcuni esperti, il piatto non sarebbe stato ideato a Roma, ma più che altro assemblato nella capitale. Infatti dopo la liberazione di Roma nel 1944 quando gli americani introdussero in Italia il bacon e le uova liofilizzate, cominciarono ad apparire le prime carbonare, di cui invece pare non ci siano tracce prima di questa data.
Ma passiamo adesso ai secondi più amati dai romani e non solo!
1. Carciofi alla giudia
Simbolo di Roma e del suo famoso Ghetto. Passeggiando tra le vie del quartiere ebraico è possibile sentire, dai numerosi ristoranti locali, l’odore di questa prelibatezza. Le foglie si staccano a mano e sono croccanti proprio come se fossero delle chips. Non si deve far altro che immergere il carciofo nell’olio con aglio bollenti e aspettare che friggano ed il gioco è fatto.
Piccola accortezza: non confondete mai questa ricetta con i carciofi alla romana, poiché quest’ultimi infatti sono cotti in tegame e non fritti, pur essendo immersi nell’olio a crudo il che fa una gran bella differenza.

Signor DeFazio, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons
2. Code alla vaccinara
Anche se la parte di carne di cui si sta parlando, la coda del bovino, potrebbe spaventarvi, in realtà si tratta di un piatto davvero buonissimo nonché antichissimo. Pare che infatti a darvi origine siano state le osterie dell’antico quartiere romano in cui abitavano i Vaccinari, ovvero i macellai dei bovini.
La coda in pezzi va prima stufata per molto, molto tempo, dopodiché basterà aggiungere un trito di verdure e pomodori pelati. Una vera prelibatezza!
3. Abbacchio a scottadito
Si tratta di una ricetta tipicamente pasquale, che prevede di mangiare le costolette di agnello quando sono caldissime e da qui il nome “a scottadito”. Vanno accompagnate con le immancabili patate al forno.

masolino / Tommaso Passi, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
Chiudiamo questa nostra rassegna di piatti capitolini con un dolce tipico romano, uno dei più amati dai romani:
Bignè di San Giuseppe
Innanzitutto ci tengo a sottolineare che il nome non è affatto casuale. L’unico periodo dell’anno in cui vanno mangiati è Marzo, possibilmente il 19 giorno della festa del papà, al quale il dolce deve il suo nome.
Fritti, ripieni di crema e ricoperti di zucchero a velo. Semplici ma irresistibili: GNAM!
Volete le ricette complete per cucinare tutte queste prelibatezze romane? Vi consiglio GialloZafferano.
Mi raccomando, fate una capatina nella città eterna per assaporarne i veri sapori: solo così saprete dare un giudizio di valore ai piatti tipici romani!