Una delle maggiori minacce per la salute degli animali domestici, soprattutto cani e gatti, è rappresentata dalle infestazioni provocate da parassiti. La maggior parte di questi (pulci, zecche, pappataci, acari e pidocchi) è di tipo esterno, ossia si annida tra il manto e sul tessuto cutaneo dell’animale. A questi si aggiungono le tenie, che sono parassiti interni che proliferano nell’intestino.
I parassiti del cane, in particolare, sono veicolo di disturbi e patologie di vario genere, alcune delle quali rappresentano un potenziale pericolo anche per l’uomo. Spesso è sufficiente individuare e trattare tempestivamente l’infestazione, utilizzando appositi farmaci antiparassitari per cani; è importante, a tal proposito, scegliere il prodotto più adatto alle esigenze dell’animale ed al problema da affrontare. Per saperne di più, è possibile consultare un portale specializzato come parassitistop.it, così da reperire tutte le informazioni necessarie.
Le infestazioni da parassiti, infatti, non sono tutte uguali; alcune manifestazioni sono comuni mentre altre costituiscono una specifica sintomatologia, con effetti di varia entità sulla salute del cane. Di seguito, vediamo quali sono le patologie che possono svilupparsi in un esemplare attaccato dai parassiti.
DAP (Dermatite allergica da pulci)
La DAP è una malattia dermatologica che colpisce i cani infestati dalla Ctenocephalides canis (la pulce del cane); i sintomi caratteristici includono forte prurito, lesioni cutanee e diradamento del pelo in coincidenza della base della coda. A causa dell’impellente istinto a grattarsi, il cane affetto da DAP tende a danneggiare la pelle dove avverte fastidio in maniera più forte, provocando danni da autotraumatismo che possono veicolare infezioni batteriche secondarie. Nei casi più gravi, è necessario ricorrere a farmaci antiparassitari da iniezione, la cui somministrazione è appannaggio esclusivo di un medico veterinario.
Teniasi (infestazione da tenie)
Si tratta di un gruppo di parassiti intestinali; i più comuni sono la Tenia cucumerina (Dipylidium caninum) – che colpisce in misura leggermente minore anche i gatti – e la Tenia del cane (Echinoccoccus granulosus) vera e propria. Le tenie, comunemente indicati anche come “vermi piatti”, entrano nell’organismo mediante l’ingestione degli ospiti intermedi (pulci o pidocchi) e dei visceri di ospiti intermedi (le cisti larvali della tenia del cane tendono ad annidarsi nei polmoni dell’animale infestato). Questi parassiti provocano provocano un’infestazione intestinale (chiamata teniasi) che comporta vomito, diarrea e abbattimento. La malattia viene curata mediante la somministrazione di farmaci antielmintici.
Leishmaniosi
È senza dubbio la più grave delle patologie canine di origine parassitaria, in quanto comporta sintomi gravi e ha carattere cronico, con ripercussioni anche gravi sulla salute dell’animale. La malattia viene trasmessa dal Leishmania infantum, un protozoo che innesca il contagio a seguito della puntura di un particolare parassita esterno, il flebotomo (noto anche come “pappatacio”), simile alla zanzara. Le manifestazioni sintomatiche sono numerose: anoressia, febbre, vomito, diarrea, problemi alla vista, anemia, paralisi degli arti posteriori, alopecia, dermatite, ingrossamento dei linfonodi e della milza. Al momento non ci sono farmaci veterinari in grado di curare la Leishmaniosi ma solo di alleviare i sintomi.
Rogna e scabbia
Le rogne del cane sono patologie dermatologiche trasmesse dagli acari; la “rogna rossa”, provocata dal Demodex canis, attacca i follicoli del manto e provoca irritazioni cutanee e perdita di pelo. La scabbia, invece, viene trasmessa da un altro acaro (Sarcoptes scabiei) ed è molto contagiosa; i soggetti più a rischio sono i cuccioli e gli esemplari più anziani; questa patologia comporta forte prurito, con conseguenti danni da autotraumatismo: le lesioni, dovute all’eccessivo grattamento, portano alla formazione di croste su tutto il corpo, soprattutto nei cani dal sistema immunitario debilitato.
Ehrlichiosi
Il morso della zecca può trasmettere al cane l’Ehrlichiosi, una patologia che ha tempi di incubazione potenzialmente molto lunghi: i sintomi, infatti, possono manifestarsi anche alcuni mesi dopo il contagio. Contraddistinta da un elevato tasso di letalità (30%), l’Ehrlichiosi provoca febbre alta, anoressia, ingrossamento della milza e problemi a carico del sistema nervoso e dello scheletro.